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Risparmi: è ancora crisi profonda per le famiglie

lentepubblica.it • 29 Ottobre 2015

risparmiCome ogni anno la Giornata Mondiale del Risparmio fornisce l’occasione per diffondere dati ottimisti sulla situazione economica delle famiglie. Le famiglie tornano a risparmiare, per la prima volta il numero dei soddisfatti della propria situazione economica supera quello degli insoddisfatti, 2 persone su 20 ha visto un miglioramento del proprio tenore di vita: sono solo alcune delle affermazioni emerse dall’indagine Acri – Ipsos.

 

Un’indagine che, siamo sicuri, non ha preso in considerazione le famiglie interessate da disoccupazione e cig, i pensionati al minimo, i giovani senza lavoro costretti a farsi sostenere ancora da genitori e parenti. Non crediamo a questa ondata di ottimismo proveniente da più parti semplicemente perché , ongi giorno presso i nostri sportelli, continuiamo a ricevere le segnalazioni, le denunce e le richieste di aiuto di cittadini in situazione di estrema difficoltà. Basti pensare che, per mantenere un figlio, nipote, parente disoccupato una famiglia secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori spende mediamente 400-500 Euro al mese.

 

Una cifra che potrebbe essere altrimenti destinata al risparmio. Se un miglioramento c’è stato sul fronte del risparmio, quindi, di certo riguarda le classi medio-alte e alte, no la generalità delle famiglie. Tutto ciò sicuramente non è aiutato da un sistema bancario che continua ad applicare i costi più alti d’Europa e che ora, dal 1 novembre, grazie al meccanismo del bail-in scaricherà sui risparmiatori (azionisti, obbligazionisti e depositanti sopra 100.000 euro) il costo di crac e dissesti bancari provocati da malgestione ed omessa vigilanza.

 

Per una vera ripresa del settore del risparmio bisogna agire simultaneamente su sue fronti: quello del rilancio economico, attraverso misure tese ad incrementare l’occupazione; quello del riordino all’insegna della trasparenza e dell’equità dell’intero settore bancario e finanziario, che ancora oggi fa leva sulla disparità informativa tra cittadino e operatore per “rifilare” prodotti rischiosi e addossare costi a quei pochi che hanno qualche Euro da investire.

Fonte: Federconsumatori
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